10X10 The 4% solution/ La terapia

Avviso, meglio non leggere quello che ho messo sotto spoiler, sono solo miei commenti mentre... riassumevo, risparmiateveli, è un consiglio.

E' la vigilia di Natale, Mac sta guidando e cambia la stazione dell'autoradio, non ha voglia di sentire musica natalizia, capita su una di quelle trasmissioni in cui uno psicologo tenta di spiegare come mai sotto le feste ci siano molte persona che vivono male il periodo.
Mac si stufa anche del tizio e rimette mano alla manopola della sintonia, un attimo di distrazione e non si accorge della curva e della pianta contro cui va a sbattere.



Mentre è sull'ambulanza che la porta in ospedale è in stato confusionale ed invece del paramedico che la tranquillizza lei vede la sua psicologa e sente le stesse frasi che poco prima sentiva alla radio.
"Non si aspetti sempre il peggio, stia tranquilla"
Mentre perde i sensi si rivede mentre va dalla donna due mesi addietro.
Era passata per farsi prescrivere dei sonniferi per un problema di insonnia, ma la donna rifiuta di darle dei farmaci senza capire prima cosa sta succendo.
Pareva dovesse uscire, ma rimane ad ascoltare Mac, che a tutta prima non parrebbe intenzionata a parlare, ma poi cambia idea.

E le spiega che tutto è iniziato quando cercava il suo fidanzato, Webb, che chiama John per non dire il nome vero visto che è un agente della CIA.
Spiega alla donna che quando lo stava cercando aveva avuto attrito con un collega, e mostrano un flashback di una sua discussione con Sturgis.

Il racconto di Mac prosegue dicendo che era andata nel pacifico per riportare a casa il corpo di John che però è risultato esser vivo e vegeto, frase che mette un po' in crisi la psicologa: " E' meglio che si spieghi."
E lei spiega che l'uomo ha inscenato la sua morte, per quello lei sta così male.
"Mi ha mentito altre volte, ma stavolta si è superato"

La psicologa le dice che è sorpresa che pensi che la sua insonnia dipenda dal lavoro.
Mac le spiega che sa bene che non è così, ma non le andava di parlarne.
Una domanda precisa ottiene una risposta curiosa.
"Ha mai sognato di uccidere John?"
"No, mai... sua madre forse."

Salta fuori che quando Mac era andata a riconoscere il corpo, la madre era già li, faceva parte della messinscena della CIA, per evitare che lei scoprisse l'accaduto.
La donna domanda se era normale che la madre fosse avvisata prima, e Mac le spiega che tutta la famiglia di John era nella CIA in un modo o nell'altro.
"Ragione di più per essere sospettosa, no?"
"Non ho usato la normale logica per via del mio rapporto con John. "

Poi Mac si irrita con la psicologa per il fatto che mette in dubbio il suo istinto, la donna le fa notare che è stata lei la prima a farlo, e la sprona a dire cosa provava.
Mac se ne va sbattendo la porta, irritata.
Ma torna subito indietro, pentita dalla sua reazione.

Per qualche secondo torniamo al presente ed alla corsa in ambulanza.
Poi di nuovo il flashback.

La psicologa cerca di farsi spiegare da Mac se si sentiva in lutto per la morte di John, se fosse triste, se pensasse che i loro ricordi passati felici avessero perso valore, per darle qualcosa per cui piangere.
Mac dice alla donna che non capisce a cosa servirebbe piangere per delle cose ora senza importanza.
La donna le domanda se ha sempre avuto quell'atteggiamento nei confronti degli uomini, Mac le replica che due di loro sono stati uccisi e che non ha idea di che atteggiamento dovrebbe avere.
La psicologa rammenta del marito di Mac, era uscito quando era andata dalla donna su ordine dell'ammiraglio l'anno precedente, le chiede chi era il secondo.
Dalton. Che era stato ucciso da un poliziotto che la preseguitava.
La psicologa si stupisce della cosa e Mac le dice che la sua vita è una tragedia.


Vengono fuori discorsi sull'alcolismo, anche se è dalla morte di Dalton che Mac non beve più, ma quando stava con John il fatto che lui bevesse la disturbava. E salta fuori per la prima volta il nome di Harm.
Squilla in telefono e vengono interrotte.
Mac tenta al ritorno della donna, che ha parlato con il marito della loro bambina, di sviare la conversazione chiedendo alla donna cosa le da il diritto di giudicarla, il pezzo di carta alla parete?
La donna non si fa smontare dall'atteggiamento aggressivo di Mac e le dice che il pezzo di carta la autorizza ad ascoltare, se ha qualcosa da dirle, mentre se non ha nulla di cui parlare è inutile proseguire la conversazione.

Riprendono a parlare, Mac spiega come a casa tenga le luci spente, quando rientra dal lavoro, all'inizio sperava che l'aiutassero a dormire, ma poi anche se non funziona le tiene spente lo stesso.
E ci mostrano lei sul divano con la sola luce dei lampioni fuori che filtra dalle finestre.

Viene nominato un altro ex, che aveva vissuto li con lei prima del matrimonio saltato.
Cosa che secondo la psicologa ha una sua importanza nel non voler vedere la casa, luci spente per non vedere le scelte fatte.
Mentre john era il tipo che le accendeva, anche se non hanno mai vissuto insieme.
E qui ci sta il ringraziamento di Mac al fatto di non aver avuto figli da John, cosi la spicologa le domanda se lei ne voleva.
E Mac spiega che quando era stata operata per le aderenze all'intestino aveva poi scoperto che a causa dell'endometriosi aveva meno del 5% di possibilità di restare incinta.


La psicologa le dice che le dispiace e capisce che era stata dalla sua dottoressa prima di passare da lei.
Mac fa dell'ironia sull'intuito della donna, lei le domanda se crede che il suo sarcasmo la possa aiutare in quel momento.
E le domanda se ce l'ha con lei perché ha una figlia.

"Spero di no!"

Intanto nel presente Harm sta uscendo dall'ufficio quando il suo telefono squilla.
Dall'ospedale lo avvisano che Sarah Mackenzie ha avuto un incidente.
E noi vediamo che l'ambulanza è finalmente arrivata in ospedale.


I ricordi di Mac proseguono, ammette con la psicologa che ha il rimpianto di aver aspettato troppo.
E salta fuori di nuovo il nome di Harm, la donna le dice che il suo nome ricorre spesso e Mac le dice che sarebbe difficile parlare della sua vita senza nominarlo.


Le spiega che la loro è una relazione che non si concretizza mai, alla domanda su cosa impedisce che avvenga lei glissa, un po' io un po' lui.
Vorrebbe un dollaro per ogni volta che si è chiesta se lui era l'uomo giusto.
Le viene chiesto se ha mai considerato l'idea di fare un figlio con Harm, e Mac ricorda il patto.
Quello fatto alla nascita di AJ Roberts.
E la psicologa nota subito che attendere 5 anni era un bel po' di tempo, per una donna che aveva già passato i trenta.

Mac le domanda se il suo scopo è irritarla.
La donna le spiega che è incoraggiante sapere che prova qualcosa.
E le domanda se ne ha parlato con Harm.
E qui Mac ci spiega finalmente di che hanno parlato lei ed Harm quella sera sul portico, la sera dell'addio dell'ammiraglio. Anche se noi qualcosa sapevamo già.
E salta fuori che Harm si era fatto avanti, ma lei lo aveva respinto.
John era appena morto, o almeno si credeva così e lei non si sentiva pronta.
E poi si era sentita un po' come una tappabuchi, come se Harm si fosse fatto avanti con lei solo perché Mattie stava per tornare da suo padre.

"Sta dicendo che si è sentita offesa perché aveva bisogno di lei?"
"Più che altro mi irrita la sua capacità di riempire così velocemente i propri vuoti."

La psicologa le domanda come mai non si è presa del tempo per riflettere sulla cosa invece di reagire immediatamente.
La stessa cosa che le aveva domandato Harm, che sul portico ammette che almeno Clay l'aveva resa felice, che era giù più di quello che era riuscito a fare lui.
Mac ha un nuovo scatto d'ira in cui si mette a dissertare sulle manipolazioni degli psicologi e la donna le gira contro il fatto che forse non è lei la manipolatrice.
E la invita nuovamente a vuotare il sacco.
Mac sta per andarsene e la psicologa la ferma sulla porta domandandole come mai sceglie sempre di restare sola.

Mac scoppia in lacrime e quando ammette di sentirsi disperata la donna le spiega che è quello che intendeva prima quando le ha domandato se si sentiva in lutto.

Intando Harm sfreccia sulla corvette direzione ospedale.


Mac è al pronto soccorso.
Nei ricordi intanto vediamo che parla con la psicologa di come l'ha fatta sentire parlare con Harriett, che ha lasciato il lavoro per stare dietro ai due figli, mentre è in attesa di nuovo, stavolta due gemelli.
I discorsi di Harriett sulla maternità hanno accuito il rimpianto.


"Non ho mai creato nulla, e mai potro farlo."
"Crei delle possibilità ed usi quello che ha a disposizione."
"Harm..."
"La proposta che lui le ha fatto..."
"Non le ho raccontato tutto."

E le spiega come una sera andando a casa sua lo avesse trovato in compagnia di una donna, ricordate Alicia Mendez, la professoressa di diritto? Lei.
E Mac, vista la velocità di Harm nel riempire i vuoti, non ha avuto dubbi e si è dileguata.
Ed era successo la sera prima di capitare nell'ufficio della psicologa.

Lei domanda a Mac perché non tenta lo stesso di riavviccinarsi ad Harm, ed intanto è una certa ora e la donna deve andare, non senza averle detto che meno del 5% è meglio di niente, anche per la sua relazione.
E si salutano, mentre la psicologa sta spegnendo la luce le dice di essere positiva, e Mac guardando dove c'era la luce prima le dice a sua volta che proverà anche ad accendere le luci.

E si torna al presente, con Harm che entra trafelato in ospedale.
Trova la sua stanza e la vede, il volto tumefatto, stravolta.
Lei gli domanda come ha saputo e lui le spiega che continuava a ripetere il suo nome, e l'infermiere ha cercato sul suo palmare il suo numero.
Arriva il medico che dice che è stato un miracolo che si sia salvata.
Un regalo di Natale.
Mac domanda ad Harm se è stato al monumento ai caduti, dove lui va tutti gli anni alla vigilia di Natale, lui risponde che vi andrà l'anno prossimo e rimane seduto vicino a lei e ringraziare che sia ancora viva.
E Mac lo ringrazia di esser li con lei, scusandosi di averlo respinto.
Lui le dice che per lui non è cambiato nulla e che sapeva che aveva delle cose da chiarire.
E terminano l'episodio tenendosi per mano.



Edited by rabb-it - 3/1/2009, 23:24